"Buongiorno, devo rinnovare la carta d'identità".
Ore 11.55, presso gli uffici di un Municipio di Roma. L'orario di chiusura affisso fuori dichiara "13.15".
Sara è da sola. Zero fila. Ci sono due impiegati dietro il vetro dello sportello: Lui, assorto davanti al Pc, ha l'aria (e le movenze) di chi sta cercando di battere il record di "Prato fiorito"; Lei sposta carte e cartelline.
"No, guardi, nun se po' fa", dice lei. "Abbiamo lavorato troppo oggi".
"Ahahaha" ride e sorride compiacente Sara che, sebbene "immigrata" dal Sud Italia, conosce ormai il sarcasmo solare dei romani...
"No, nun ha capito. Abbiamo chiuso" grugnisce Lei.
"In che senso, scusi? Sta scherzando vero? Ma se la chiusura è tra più di un'ora".
Lei la guarda in cagnesco un istante. Grugnisce qualcosa. Si siede scocciata e strappa di mano modulo, foto e vecchia carta d'identità a Sara. Che ancora non si è completamente ripresa dallo shock.
Dopo tre minuti esatti di inserimento dati e stampate varie, Lei consegna la nuova carta d'identità a Sara e dice irritata: "Ha visto quanto tempo me c'è voluto?".
Tre minuti, appunto. Una faticaccia.
Ore 11.55, presso gli uffici di un Municipio di Roma. L'orario di chiusura affisso fuori dichiara "13.15".
Sara è da sola. Zero fila. Ci sono due impiegati dietro il vetro dello sportello: Lui, assorto davanti al Pc, ha l'aria (e le movenze) di chi sta cercando di battere il record di "Prato fiorito"; Lei sposta carte e cartelline.
"No, guardi, nun se po' fa", dice lei. "Abbiamo lavorato troppo oggi".
"Ahahaha" ride e sorride compiacente Sara che, sebbene "immigrata" dal Sud Italia, conosce ormai il sarcasmo solare dei romani...
"No, nun ha capito. Abbiamo chiuso" grugnisce Lei.
"In che senso, scusi? Sta scherzando vero? Ma se la chiusura è tra più di un'ora".
Lei la guarda in cagnesco un istante. Grugnisce qualcosa. Si siede scocciata e strappa di mano modulo, foto e vecchia carta d'identità a Sara. Che ancora non si è completamente ripresa dallo shock.
Dopo tre minuti esatti di inserimento dati e stampate varie, Lei consegna la nuova carta d'identità a Sara e dice irritata: "Ha visto quanto tempo me c'è voluto?".
Tre minuti, appunto. Una faticaccia.
*foto flickr/giovanni_novara