Visualizzazione post con etichetta futuro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta futuro. Mostra tutti i post

26 novembre 2014

ho visto "Interstellar". Credo

A me "Interstellar" è piaciuto.

Sarà che non vado mai al cinema ma che il cinema mi affascina anche quando vedo film brutti; sarà che la fantascienza la adoro e mi sembra una finestra sul futuro tremedamente necessaria in un'epoca di "passioni tristi"; un'epoca avvoltolata sul consumo in loop di presenti e passati ormai logori.

Prendo il La da questa recensione di Lee Marshall per via di tutti i suoi ottimi spunti: cogliete il lato positivo degli elementi criticati e il lato negativo di quelli apprezzati e avrete la mia, di recensione.

E la traduco in una specie di lista per la spesa che suona un po' così:
  • comprare un "worm-hole" che unisca il mio letto al fasciatoio di Francesco 
  • guardare più spesso dietro le librerie 
  • far vedere in giro quella certa scena per far capire cosa succederebbe se i grillini facessero una riforma della scuola 
  • dire a quelli di "Gravity" che se so' fregati il titolo giusto 
  • affermare con saccenza che l'amore può essere scientifico e che la scienza vera può essere amore (e quindi divina) 
  • rileggere presto il ciclo della Fondazione di Asimov

14 novembre 2011

forza italia!

Non ci trovo molto da esultare nel momento politico e sociale che stiamo vivendo.
Ma sicuramente la dimissioni di Berlusconi (non lo nomino su questo blog da quasi due anni) legittimano almeno un sospiro di sollievo.

Certo, non legittimano cori da stadio, lanci di monetine, insulti persino impietosi e qualche triste invocazione di piazzale Loreto: non mi ha mai suscitato nessun sentimento di orgoglio e speranza immaginarmi quei corpi umani martoriati e appesi come bestie.

Secondo me, il silenzio sarebbe stato il contorno più rumoroso e solenne per gli atti che si sono compiuti tra sabato e domenica.
Un silenzio che è giudizio, incertezza e attesa. Speranza?
Giannelli/Corriere.it

Perché questa crisi, aperta, apertissima, è un'opportunità.
Un'opportunità per tirare tutti fuori il meglio.
Il tempo è ora.

La (momentanea?) eclissi dell'identità collettiva "mr B" - perché Berlusconi in fondo non è reale, non vive nella realtà, mentre sono realissimi e insidiosi tutti i suoi epigoni, vassalli e valvassori, lacchè e servi della gleba, imbonitori e veline - scoperchia il mitologico vaso di Pandora.

Sarà un tempo in cui, anche ma non solo per la crisi economica, tanti di noi avranno dei problemi a campare; sarà un tempo in cui gli spregiudicati che per anni hanno fatto il bello e il cattivo tempo in Italia, a livelli alti e bassissimi della nostra organizzazione sociale, lo saranno ancora di più, per difendere e, anzi, ampliare quanto avidamente raccolto. E senza il parafulmine di mr B.

Questo sarà dunque il tempo in cui dare ciascuno il meglio, aprire gli occhi sulla condizione di tutti, rinunciare a qualcosa ora per sé per il futuro di tanti. Fare, sì, ma anche pensare a che cosa si sta facendo, verso quale obiettivo a lungo termine.

Il tempo è ora.

Forza Italia!

27 ottobre 2010

indispensabile

"Il lodo è indispensabile". Lo ha detto quel certo innominabile cavaliere a proposito di un provvedimento legislativo strategico per il futuro. Il suo.

Dico "innominabile" perché quella sola parola che inizia per B. apre ormai un oceano di pre-giudizi e pre-risposte, da ogni lato. Non c'è senso critico che tenga. Non se ne viene a capo.

Ho deciso, quindi, che per me Mr B non esiste.
Esiste - ed emerge - invece l'Italia che lui incarna.
Ma lo spiega meglio di me Beppe Severgnini in questo suo articolo

Qui invece mi interessa questo.
Per lui il lodo (Alfano) è indispensabile.

Ma per te che leggi, se ascolti il primo pensiero, cosa è assolutamente indispensabile e urgente oggi, per la tua vita, e per la tua vita in questo Paese? RSVP!

Chissà, ascoltandoci, scopriamo - come ricorda Severgnini/Quelo - che in realtà Mr B è dentro di noi. Oppure "anche no".

(foto flickr/papaitox)

25 agosto 2009

non è più la nostra partita


"... è una lezione incredibile ed emozionante sulla capacità di scommettere su un nuovo inizio, come quella che ricevo, una settimana dopo, dall'incontro con un anziano signore bianco e benestante di 84 anni. Mi è seduto accanto su un aereo che vola tra il New Hampshire e New York: 'Sono repubblicano, ho votato tutta la vita per loro, il mio campione sarà sempre Ronald Reagan, ma questa volta voterò per quel ragazzo nero (Obama, ovviamente, ndr). John McCain mi somiglia, certo, ma non è più la nostra partita, non voto per me ma per i miei nipoti e l'unico che ci può far rialzare la testa, che può rimettere ordine in questo Paese, è il ragazzo democratico. Affido a lui il futuro dei miei nipoti".

Do per certa l'affidabilità del cronista: Mario Calabresi, direttore de La Stampa e autore del libro di cui ho già parlato e da cui traggo questa frase di chiusura. 

Mi ha fatto riflettere molto quest'estate: sull'Italia, sugli italiani e sul nostro modo di concepire la politica e la cittadinanza, su come concepire il futuro, sui giovani e sui vecchi, sul bene comune e sul diritto individuale.

"Non è più la nostra partita"...

(foto flickr/Punk Jazz)