Stamattina mi sono alzato alle 4.30. Miriam si lamentava e ho tentato, invano, di riaddormentarla.
Santa mamma Luisa è intervenuta d'appoggio... Ma a quel punto ero, eravamo tragicamente svegli.
Che fare? Apro la Tv... Mi ricordo che qualcosa stava per accadere di là dall'Atlantico. Io seduto sul divano, Luisa stesa sull'altro con l'influenza che si trascina da un paio di giorni... Occhi a mezz'asta ma curiosità alta e una certa improbabile, misteriosa, attesa.
Barack Obama sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti.
Come un cretino, e dimentico del mio passaporto (sono contento di essere italiano), mi sono accorto di essere emozionato. Perchè?
Negli Usa (cui sono legato da un rapporto ambivalente di critica ammirazione) possono dire "Yes, we can!". Anche la maggioranza degli sconfitti (nonstante alcuni repubblicani, modello neo con, abbiano fischiato il discorso di "concessione" di McCain, che peraltro mi sembra un bravo tipo).
Uniti sotto la stessa bandiera, dentro lo stesso - "abusato" quanto si vuole - sogno americano.
E noi? Noi possiamo, almeno, sognare?
Noi, quelli dei Cirini Pomicini e delle "lady Asl".
Quelli dei Berlusconi ma soprattutto dei berluscones.
Quelli di Mortadella e quelli di "Melassa" Walter.
Quelli di Beppe Grillo e quelli che ... ancora... "boia chi molla".
Quelli dell'amico dell'amico, quelli che "la mafia non esiste", quelli che "tanto fanno tutti così", quelli che sono "furbetti del quartierino" ma anche solo "furbetti della fila alla posta", quelli che... il calcio e "L'Isola dei famosi".
Quelli lì, questi qui, noi.... ma che sogni abbiamo?
E se ne avessimo di buoni, che leader li possono incarnare, questi sogni, convincere la gente che sono meglio dell'uovo oggi?
Veltroni come Obama? Dai! E' un tipo serio, fa il suo meglio, ma non scherziamo...
Se guardo alla realtà italiana in parallelo all'esperienza di Obama negli Usa, credo che l'unico terreno da cui potrebbe nascere un leader e un movimento di cambiamento che immagini un'Italia "capace di futuro" è solo quello martoriato, abbandonato, isolato e anche vilipeso della lotta alla mafia.
Per il nostro cambiamento, guardiamo lì.
Se mi sforzo di alzare la testa verso questo orizzonte, allora riesco a dire: sì, possiamo!
(foto flickr/jetheriot)
12 commenti:
Condivido pienamente il tuo post. Ho fatto un commento simile da "villino". Sì, anche perchè anche fra i cattolici non è che vi siano figure emergenti di "trascinatori", se non di pecore non pensanti. Un po' amaro, ma vero, no?
torietoreri
Simone, te l'ho già detto altrove...Loro Obama, noi Silvio: ogni Paese ha i sogni che si merita
lavoro quotidianamente con gli americani.
E quelli lì si fanno un mazzo di dimensioni apocalittiche.
Anzi, "vivere" e "farsi il culo per un obiettivo" sono la stessa cosa (nonostante ciò che si vede su MTV).
E noi, paraculi italiani, dispreziamo troppo gli americani per questo motivo per poter sperare in Obama, in un simbolo del genere.
Paolo
noi per sempio ci meritiamo gasparri
Caro moralista, gli americani hanno un sistema istituzionale che funziona. E' nato alla fine del Settecento, quando da noi comandavano i preti ed i parrucconi: il loro sistema regge ancora... e, in un certo senso, ahinoi, anche il nostro. Gli Stati Uniti sono nati con lo scopo di difendere la libertà e i diritti umani. E secondo me, pur con molte contraddizioni e molta strada da fare, ci riescono. Noi, invece, ogni volta che abbiamo rovesciato il "tiranno", poi alla fine ne abbiamo subito scelto un altro... per paura del nuovo o per mantenere qualche "privileggetto".
Simone, non sarei così pessimista. Se qualcuno ad alto livello nazionale o romano delle ACLI decidesse di scendere in politica, ci sarebbe veramente tutti da impegnarsi.
Su una cosa non sono d'accordo: Veltroni non è serio, altrimenti non avrebbe alzato la bandiera del referendum (incostituzionale) sul decreto Gelmini.
Non si combatte la destra sul suo stesso terreno delle false promesse.
Con affetto
Invidio davvero gli americani: hanno il presidente che vorrei io, per poter ancora sperare in un futuro migliore per i nostri figli. Qua da noi non c'è ossigeno: i posti più importanti sono presi da vecchi che ancora giocano a tenere stretta la poltrona.
Mi auguro davvero che l'America diventi un punto di riferimento, che abbia un effetto trascinante sugli altri Stati, mi auguro che progetti per la pace, per una sana politica economica, per una sana politica ambientale. L'Italia si è sempre americanizzata: speriamo che venga anche contagiata dalla voglia di cambiare.
Mirella
@tutti: grazie a Paolo e gli altri amici per la visita.
Nei vostri commenti emergono un po' anche le contraddizioni del modello americano (che io ho solo accennato) e l'approccio positivo di Giuseppe (e noi qui ti vogilamo per questo!).
Resta il carisma (slegato dalla figura dell'uomo forte) dell'uomo e l'entusiasmo di un popolo per dei progetti! Cercasi entrambe le cose qui da noi.
Degli Usa apprezzo per esempio una cosa: una democrazia piena di buchi e di durezze sociali ma che riesce a desiderare nuove conquiste... noi, dopo la Costituzione repubblicana (una vetta!) non abbiamo fatto altro che regredire sul piano della democrazia reale.
La differenza fra noi e gli USA, caro moralista, è che lì c'è un bel maggioritario. E questo fa la differenza. So di essere un po' integralista, ma con il sistema maggioritario le democrazie anglosassoni non hanno mai avuta la dittatura (ce n'è stata una anche in Francia!); e sono persino convinto che se in Israele ci fosse il maggioritario, la pace sarebbe più facile! Insomma, non è colpa di Veltroni, se una coalizione non populista non riesce a superare il 49%; è colpa del proporzionale... anche se corretto! (perché il referendum sulla Gelmini sarebbe incostituzionale?)
sul referendum anti-decreto Gelmini, deve rispondere Giuseppe...
Ti invito a visionare il mio nuovo post sulla "Giornata del coraggio". Ciao, e buona domenica!
torietoreri
Obama, c'est moi.
Ecco, ora ti ho pure dato un'idea.
LucaGras
www.pentagras.it
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