05 febbraio 2012

"Quando torno fammi ritrovare Gesù"


Nell'anniversario della sua morte, apro ancora una volta lo scrigno delle parole di don Andrea Santoro. Ne trovo 12 che suonano da testamento spirituale per la Chiesa, e in particolare per la Chiesa di Roma, la sua, quella che lo aveva inviato. Lette facendo memoria delle intuizioni che lo portarono a cercare l'esperienza in Turchia, suonano ancor più ricche di suggestioni.

    Amate le vostre chiese. Amate la Chiesa. Amate i fratelli che il Signore vi mette vicino. Non disertate le riunioni.

    Non spegnete la voce della preghiera, non chiudete il libro delle Parole sante.

    Non fatevi stordire dagli inganni del mondo, non lasciatevi abbagliare da ciò che “luccica” ma non “illumina”.

    Non fate morire il cristianesimo, non riducetelo a osservanze e convenevoli, non addomesticate il Vangelo.

    Non uccidete la croce di Cristo e la sua povertà.

    Non sostituite la sua umiltà e semplicità con l’accumulare e l’apparire.

    Non bevete a fonti avvelenate abbandonando la Fonte di acqua viva.

    Non offendete i nostri figli riempiendoli di cose e di mille attività e negando loro (o dandolo solo col contagocce) il Padre dei cieli, la Parola di Gesù, il cuore sapiente e materno della Chiesa, il calore di una comunità cristiana viva.

    Gioite della fede, difendetela dall’appassimento, vivetela nella fiducia e nella lode anche quando i giorni sono bui (“gettando in Lui ogni vostra preoccupazione”, come dice san Pietro, “perché egli ha cura di voi”).

    Fate fiorire la carità, amando chi non vi ama, facendo del bene a chi vi fa del male, condividendo con i poveri e i sofferenti sia i beni materiali che i beni spirituali, rianimando le famiglie con la presenza di Dio e l’amore reciproco.

    Siate fecondi nello spirito dando a vostra volta ciò che avete ricevuto (“come il Padre ha mandato me così io mando voi […] andate, predicate, annunciate, guarite, risuscitate, liberate gli indemoniati e i prigionieri, chinatevi sulle sofferenze […] servite, amate, date la vita…”) e, voi sposi, siate fecondi, se Dio vuole, anche nella carne.

    Dite “sì” a Dio, anche quando vi invita sul monte a sacrificargli Isacco, anche quando vi guida per vie che non conoscete. Dio non delude: l’uomo sì”.

Nel titolo, le ultime parole di don Andrea a chi lo accompagnava all'aeroporto, pochi giorni prima di morire.
Nelle sue ultime parole "romane", soprattutto per noi romani, un inizio sempre nuovo.

Nessun commento: