12 dicembre 2007

della tristezza
(in attesa del Bambino che dona la vera gioia)

Pensiero quaresimale in Avvento.

"Sei triste". E il tale lo ha ribadito ben due volte. Senza spiegazioni.
Il problema è che una frase del genere ti dà da pensare. E allora si diventa un po' tristi davvero.

Cosa ci rende tristi, agli occhi degli altri?

Quel tale ha colto un messaggio profondo della tua persona, che nascondi anche a te stesso? Un'occasione per tornare a cercare la tua felicità.

O la tristezza di cui parla è solo inquietudine, ricerca... ? Un'occasione per ridare senso e concretezza a questa tensione. Può essere santa.

O, forse, la tristezza che dice di vedere in te è invece la sua, e rabbiosa? Allora, in questo caso, lascia perdere.

E, se non ce la fai a lasciar perdere (a volte non si è ancora abbastanza liberi da lasciar perdere), potresti dire a quel tale:

"Fratello mio, invece di inventarti un nuovo gioiosissimo, originale e inutile hobby scaccia-pensieri, misura il tuo tempo e a chi lo dedichi;

invece di misurare le persone per alcune piccole, misere, vittorie quotidiane, vittorie in cui lasci a terra morti e feriti di cui non ti curi, comincia a guardare davvero negli occhi quei 'perdenti' che per gioco umilii;

invece di credere nella tua mondana capacità di sopravvivenza, convertiti e credi al Vangelo.

Non mi contristare tu, per favore.

L'amarezza è cattiva consigliera, essa allontana dalla Verità. E la mia vita questa sta cercando. Con passione.

E con il ritmo lento, unico, a volte insopportabile, del cuore che Dio mi ha donato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

qual'è la provenienza di questo "moralistico" testo?

Unknown ha detto...

dall'infanto cuore ferito del moralista medesimo.