Leggo e condivido una particolare esegesi della notissima parabola evangelica del Buon samaritano. Al centro della riflessione che segue c'è la famiglia e l'abuso che a volte si fa del suo buon nome, senza aiutarla davvero ad "essere ciò che è"...
Famiglia... scuola d’amore
“La famiglia scendeva da Gerusalemme a Gerico per le vie tortuose della storia, quando incontrò i tempi moderni. Non erano più briganti degli altri, ma si accanirono contro la famiglia. Le rubarono la fede, che più o meno aveva conservato, poi le tolsero l’unità e la fedeltà, la serenità del colloquio domestico, la solidarietà con il vicinato e l’ospitalità per i viandanti e i dispersi. Passò per quella strada un sociologo e disse: “E’ morta”. Passò uno psicologo e disse: “Era oppressiva. Meglio sia finita”. La incontrò un prete e la sgridò: “Perché non hai resistito? Forse eri d’accordo con chi ti ha assalito?”.
Infine passò il Signore, che la vide e ne ebbe compassione e si chinò su di lei lavandole le ferite con l’olio della sua tenerezza e il vino del suo Amore. Se la caricò sulle spalle e la portò alla Chiesa affidandogliela e dicendo: “Ho già pagato per lei tutto quello che c’era da pagare. L’ho comprata con il mio sangue. Non lasciarla sola sulla strada in balìa dei tempi. Ristorala con la mia Parola e il mio Pane. Al mio ritorno ti chiederò conto di lei”.
Quando la famiglia si riebbe, si ricordò del volto del Signore e, guarita dalla sua solitudine egoista e dalle sue divisioni, decise di fare altrettanto e di fermarsi accanto a tutti i malcapitati della vita per assisterli e dire loro che c’è sempre un amore vicino a chi soffre ed è solo”. In questi mesi in Italia la famiglia è al centro dell’attenzione dei media e oggetto di un grande dibattito politico. Spesso la passione di parte non permette di cogliere quale sia il nocciolo della questione e la confusione aumenta. Spesso le diagnosi dei disagi non sono accompagnate dal suggerimento dei rimedi…
Forse un rimedio c’è e a portata di mano: lasciarsi curare da Chi è venuto per ridarci il sapore della vita, non per toglierci la gioia dell’esistenza. E una volta guariti saperci fermare per far sentire umilmente, con i fatti, che “c’è sempre un amore vicino a chi soffre ed è solo”.
4 commenti:
moooooooolto moralista!
Precisavo solo (moralisticamente) che la paraboletta, che ha avuto una certa fortuna, l'ha scritta qualche anno fa il mio papà Francesco.
Quindi grazie per averla citata!
Luca Grasselli
Per Luca:
ma pensa te!!!
E poi, Luca, mi preoccupi assai in effetti: le precisazioni "non richieste" sono davvero tipicamente moralistiche... pensavo di essere praticamente l'unico in Italia a farle.
Scherzi a parte, il testo in cui si cita tuo padre introduceva una bellissima serie di testimonianze di un progetto di accoglienza portato avanti da alcune giovani famiglie (cattoliche e non) in Centrafrica... per la serie: quando la Chiesa fa essere la famiglia davero se stessa.
Se interessa, dove te le posso spedire?
... sono un cretino: se si vuole, le testimonianze di cui sopra sono reperibili al link del post...
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