Vorrei lanciare, qui, con voi, una provocazione sull'utilizzo sobrio, responsabile, dei beni di proprietà. In particolare, considerando la vita nelle metropoli, sulla disponibilità di appartamenti per affitto e vendita a prezzi giusti... E quando dico giusti, dico almeno prossimi alla giustizia divina.
La proprietà (e il suo utilizzo), in specie immobiliare, è un tema tabù in genere. Ma anche tra i cristiani e nelle comunità cristiane e la cosa mi rattrista parecchio. Tante sofferenze nascoste e disagi sociali esplodono spesso quando ci si scontra con l'inaccessibilità di una casa per molte famiglie e non (soprattutto giovani).
Lo dobbiamo soprattutto a diffuse pratiche speculative, giustificate dai più con la scusa dell'andamento del "mercato"; pratiche usate talvolta, forse solo per superficialità, anche da tanti bravi cattolici che la domenica poi vanno a Messa a baciare la tonaca del loro prete.
Un uso responsabile, sobrio, giusto dei beni che abbiamo la fortuna di possedere. Nient'altro. Credo sia un tema da rispolverare per chi mangia con l'Eucarestia parole come giustizia, misericordia, accoglienza, carità. Niente a che vedere con clamorosi gesti di prodigalità o con forme ideologiche di messa in comune dei beni (scelte che devono restare nella libertà della coscienza delle persone). Nessuno pretende rivoluzioni velleitarie. Ma solo far rientrare dalla finestra quello che a volte facciamo uscire dalla porta della nostra coscienza. Una forma coraggiosa di servizio al prossimo e alla società in questo preciso momento storico, ma pur sempre un principio generale.
Per ora l'ho chiamata "Affitto di fiducia". Ossia, mutuando un po' dai principi della "economia solidale", rendersi disponibili a fissare un canone di affitto non superiore al 40% del reddito del nucleo familiare (buste paga alla mano, ovviamente, se la fiducia dovesse scarseggiare!).
Accanto allo strumento di base immagino anche una sorta di "Banca degli affitti di fiducia" in cui vengano segnalate le disponibilità di proprietari "etici" ad affittare a tali condizioni. Chi cerca casa, anche qui immaginando delle piccole norme di rispetto che tutelino la disponibilità dei proprietari, potrà così consultare una piccola "Porta portese" della solidarietà.
Vorrei lanciare questa provocazione pubblicamente, ad iniziare dal mondo ecclesiale, dalle parrocchie per esempio.
Anche per questo, chiunque legga questo post può ("moralisticamente, deve") aiutarmi a sviluppare l'idea, oppure segnalando materiale utile, esperienze analoghe o affini, o anche solo diffondendo questo post. Che ne dici?
Il moralista ha bisogno di te!
(foto by brookenovak - Creative commons licence)
1 commento:
Beh anche non ritenendola una grande provocazione, credo che l'idea di fondo sia buona e condivisibile. In ogni caso dal mio punto di vista pagare il 40% del proprio reddito per poter avere un tetto sotto il quale dormire non può e non deve essere assolutamente considerato giusto (perlomeno messo in questi termini). Ne possiamo discutere se ti va: contattami alla mail mauro.giovannini@gmail
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