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21 luglio 2011

todo cambia?

No, non ho appena visto Habemus Papam in dvd e ho avuto un rigurgito tardivo di latina malinconia...

Sono andato in un commissariato di Polizia per ottenere dei documenti.

E ne sono uscito con una conferma empirica: in 15/20 anni, in Italia non è cambiato nulla.

Stessa fila fuori dal Commissariato, stessa prassi kafkiana, bacheche improbabili piene di fogli e/o foglietti con istruzioni talvolta contrastanti, stessi moduli, penne e timbri, stesse facce scocciate degli agenti in servizio allo sportello (uno sportello), corridoi intasati di gente che si aggira piuttosto agitata, nell'ordine, per:
  • ottenere informazioni anche elementari che sembrano coperte da segreto di Stato. O da un'assenza di organizzazione.
  • Trovare il modo più ingegnoso per avanzare nella fila (il numeratore elettronico, unica novità ambientale - a mia memoria - ovviamente non funziona), modello "chiagn' e fotte".
  • Cercare "l'amico poliziotto dell'amico che forse può andare dalla collega allo sportello e ...". Che è "made in Italy" e col passaporto c'azzecca.
  • Imprecare e maledire tutto e tutti perché ha perso una giornata di lavoro: deve tornare perché gli manca un documento, una firma, un modulo... o una rotella. O tutto il pacchetto completo.

Insomma, tutto spiccicato identico, esattamente come 15 anni fa.
Un Paese fermo al palo. A fare la muffa.

Todo cambia?

ps. per la cronaca: ho chiesto in totale 6 ore di permesso a lavoro per fare il necessario, comprese 3 ore solo per presentarmi allo sportello, fare la fila (?) e ritirare un documento già pronto.
Sono questi i veri costi della politica.

20 dicembre 2010

100 feriti, un disperso

flickr/Self-portrait_girl
Una sola parola d'ordine: scontri.

E poi, a seguire, violenza, black block, infiltrati, sicurezza, ordine pubblico, terrorismo e, buona ultima, fascismo.

Dopo la recente manifestazione di Roma, commenti e commentesse, titoloni e anatemi, evocazioni da seduta spiritica ed editoriali di ogni risma si sono succeduti al solito ritmo di tamburo, quello dettato dai "grandi media".

E mentre ancora la coda del dibattito "sugli scontri" non si esaurisce, già si parla di altri "scontri", quelli che non ci sono ancora stati ma potrebbero esserci nei prossimi giorni.

In tutto questa bailamme di fatti e sopratutto di parole, oltre e putroppo, ai 100 feriti di Roma, dobbiamo di sicuro registrare un disperso: il senso delle cose.

Sono tragicamente refrattario alle ideologie, sistemi di pensiero strutturati che galleggiano prepotenti sulla vita concreta delle persone reali.
In questo caso, se ne fronteggiano due. Sia l'ideologia di chi in nome della sicurezza, dell'ordine pubblico, della legalità (...) bolla una pubblica e ampia protesta contro questa gestione politica indecente del Paese come una mera azione di teppismo organizzato; sia quella di chi in nome del diritto a manifestare, della libertà di espressione (...), della rabbia accumulata, della frustrazione, giustifica e anzi benedice il vandalismo, il teppismo, la violenza elevandola a filosofia esistenziale e a liturgia rivoluzionaria.

Grazie a queste due ideologie, due energumeni che si provocano e si sfidano col petto gonfio, siamo costretti da giorni a sentir commentare solo "gli scontri".
Evidentemente la violenza in qualche modo pare l'unico terreno praticabile da entrambi questi schieramenti. Anzi, c'è anche un certo godimento sado-maso a parlarne.

Io mi sono perso in questa bailamme.
Se qualcuno sa riportarmi una parola di senso e disinteressata pronunciata da qualcuno che dovrebbe o pretende di rappresentarmi (istituzioni, politici, sindacati, leader veri e presunti del "movimento") mi aiuti.

Cercasi una parola di senso sul grave disagio sociale che questo Paese sta covando da troppo tempo, impantanato inesorabilmente tra escort e veline, affari sporchi piccoli e grandi - tramati nei palazzi del potere o solo all'ombra della guardiola di un condominio - e giochetti di partito.

Cercasi una parola di senso, anche solo un tentativo, per avviare l'unico dibattito sensato, utile, responsabile... Quello sull'Italia del futuro.

C'è qualcuno che ha un progetto bello per l'Italia? E, possibilmente, un ego piccolo piccolo?