31 agosto 2012

Lì dove siamo noi

Non è per nulla obbligatorio scrivere dei propri lutti.
Nemmeno nel narcisistico e a volte impudico mondo di blogger e social-cosi.



Il 9 giugno - dopo 4 anni di malattia, cure amorevoli, rivelazioni e illusioni - è morta la mia mamma, Annarita Salustri o, come dicevan tutti, Rita, sangue e umore maremmano.

Un po' troppo presto, mi viene di getto, ora, mentre scrivo.

Ho tentato varie volte di buttare giù due righe, le ho meditate e rimasticate: ma ancora non ho trovato la chiave per aprire la porta del cuore, prima di tutto a me stesso.Quando finirò di leggere e ruminare le sue vecchie lettere che ho ritrovato, si vedrà cosa condividere e cosa serbare per me.

Ogni giorno però c'è qualcosa che mi sollecita. Ultima, un post di un amico che ricordando una persona carissima morta all'improvviso e alla quale non ha potuto dare l'ultimo saluto, cita s. Agostino: "Chi non è più con noi è sempre dove siamo noi".

Quel "dove" non è una parolina da poco.

Ieri, mia figlia Miriam (4 anni e mezzo) ha trascorso un pomeriggio fuori programma da sola col nonno, mio padre, alle giostre. I fratelli erano al mare con la mamma.
Torno e vedo una simpatica ma silenziosa complicità tra i due. Ci ritroviamo tutti a cena insieme.

Di punto in bianco Miriam, la più visceralmente legata a mia madre dei 3, dice a mio padre che è lì vicino: "Nonno, tu non sei solo. Perché nonna è insieme a te, nel tuo cuore".

Non ci sarebbe da stupirsi: sono le parole che abbiamo saputo usare noi coi bimbi per rispondere, e risponderci, alle loro tante domande in quei giorni.
Lei le ha condivise col nonno, annusando nell'aria col suo nasino all'insù che era il momento giusto per farlo.
E ci ha lasciati in silenzio.

1 commento:

magisamica ha detto...

Che bella, la semplicità dei bambini, la verità che riescono a "fare"!