13 maggio 2011

gay non è una brutta parola

Anche io ho sostenuto le mie prove invalsi.
Sarà stato per solidarietà a mio figlio, 7 anni.
Peraltro il somministratore del test è stato proprio lui, "vendicativo", pochi minuti prima di cena: "Papà, che vuol dire gay?".

Dopo qualche secondo di presa di coscienza, l'ho preso da parte e gli ho detto: "Gay è la parola inglese per 'omosessuale'. Un/una omosessuale è una persona che è attratta dalle persone dello stesso sesso... "si fidanza" con una persona dello stesso sesso".

Lui, dopo qualche istante di riflessione, con la faccia un po' sorpresa: "Ma così come fanno a uscire i figli???".
E io: "Appunto. Ma, comunque... come e dove hai sentito questa parola?".

Lui: "Alcuni miei compagni di classe dicono che è una brutta parola...".
Io: "No, per niente, non è una brutta parola. Ma qualcuno la usa con l'intenzione e la convinzione di offendere e allora diventa una brutta parola per chi la dice e per chi la subisce".

Me la sono cavata così. Affidandomi al fatto che le parole hanno, in genere, un senso. Lui è sembrato soddisfatto. Al momento.

Dopo pochi minuti il pargolo ha chiesto alla mamma, più o meno con la stessa intonazione: "Mamma cosa vuol dire boato?".

Eh, ma... Mica vale! Questa la sapevo.

ps. la mamma mi ha fatto notare (delusa?) che "le domande difficili" il figlio maschio le rivolge al padre. Piccola soddisfazione. O grande fregatura?

14 commenti:

Marcello ha detto...

Domani ti chiederà se Marco Boato è gay.

In ogni caso, mi complimento.

Alessandra ha detto...

:-D

te la sei cavata benissimo!
la prossima volta trattiamo il "come fanno a uscire i figli"

Anonimo ha detto...

Domenica ero in spiaggia con i miei bambini : il più grande ha 3 anni e mezzo e la piccola un anno poco più . Avevamo una coppia di gay giusto davanti a noi. Ciò che ho pensato era appunto : per fortuna che i miei figli sono ancora piccoli e non mi fanno domande difficili !! Complimenti per la risposta equilibrata . Paolo

Anonimo ha detto...

mia figlia 7 anni, mentre cercavo di cambiare canale, per una scena non hard, ma evidentemente sensuale,al serial "un medico in famiglia" mi ha detto "tanto mamma, sai che succede tu senti come se ti scappa la pipì però non esce, è un pò bello, però dà i brividi, io lo so".Il padre è sprofondato sul divano assottigliandosi come un cuscino, mentre io balbettavo: che si certo, però, è vero, comunque, va bene, l'importante è che, stiamo bene!!!
Francesca

Anonimo ha detto...

crescerli i figli! ben altro che farli!!!!!
Francesca

Unknown ha detto...

blogger si è ingoiato i post e i 5 commenti già lasciati... peccato.

Anonimo ha detto...

Davanti alle domande dei piccoli restiamo sempre sorpresi. Sorpresi da quel candore e semplicità che esclude ogni malizia e doppi fini, fin troppo noti a noi adulti.
Goditi il piccolo !
Ogni bene

Unknown ha detto...

benvenuto fra Ivano... hai colto proprio un aspetto centrale... ovviamente Pietro non ha interpretato la mia spiegazione all'ombra di questioni che gli sfuggono... Ma guardando a una possibile concreta conseguenza... e questo è di grande insegnamento per un adulto.

fab ha detto...

io direi decisamente "grande soddisfazione".

Riporto una esperienza simile capitata sul BUS in citta.
Fa caldo. Bus affollato. Ora di punta. una ragazzina adolescente ben vestita e ben truccata, parla al telefonino: il suo linguaggio rude, romanesco volgare e pesante tradisce la sua bellezza d'adolescente. Come se non bastasse anche il suo tono di voce sembra così pesante, grave, rude.... Alcune espressioni "Ohh...ma che è... qua fa un cardo....se schiuma"... e anche dopo la telefonata continua a lamentarsi a voce alta della gente che gli sta attorno, della puzza che sente, con un modo molto sgarbato e maleducato. La gente, in silenzio, la guarda (e ci si guarda stupidi l'un l'altro).
Ad un tratto sento la voce di un bimbo, probabilmente molto piccolo, alle mie spalle, che dice "Ammazza...ma quella non è una femmina! E' un maschio!".
La gente sbotta a ridere, quasi come una liberazione.
Quello che tutti hanno pensato, ma nessuno poteva dire per essere "politically correct", lo ha detto la voce innocente di un bambino.
La tipa irritata e infastidita, è scesa alla prima fermata (diceva "perchè non ce la faceva più dal caldo") ma in realtà è perchè ha sentito insopportabile la sua presenza.

Anonimo ha detto...

Dovrei dirti anche io che sei stato brillante ed equilibrato, ma non ci riesco. Perché trovo supponente, condiscendente, autoelogiativo nei fatti tutto il raccontino.Ancora una volta siamo ( "siamo": sono un gay, anzi un frocio come preferisco che mi chiamino, come mi pensano, come mi definiscono, come sono per loro ) il caso umano, la situazione difficile, il banco di prova per l'illuminata tolleranza delle persone normali.
E invece no, bello mio( belloccio, a giudicare dalla foto che te sei piazzato: te piaci na cifra, eh?).Io non ci sto a passare per " la domanda difficile" del pupo.Per il soggetto di un pezzo che serve a farvi dire: ammazza, quanto siamo bravi e aperti a cavarcela !
Se ti avesse detto: papà che vuol dire, che so, profiler, tu non avresti avuto bisogno de presa di coscienza e de prenderlo da parte: perché? perché de noi se parla a voce bassa, cercando termini neutri, come un libro stampato, perché siamo roba sozza, roba che scotta, roba che è meglio non farsi sentire troppo. " Come e dove hai sentito quella parola? " Lo avresti detto se
invece di gay, si fosse parlato di qualunque altro termine? Quella domanda si usa sai per cosa: per le parolacce.
Mo' te faccio io un paio de domandine da test invalsi.
Come avresti reagito davanti al pupo se chessò, a un semaforo, uno te fosse passato avanti gridando: Ma vedi de levatte, a frocio?
E come reagiresti se , tra un diec'anni o prima, lo stesso pupo te arrivasse davanti a dirti ; A pa', so' gay?
I commenti poi, na tristezza infinita !

Davide

Unknown ha detto...

guarda Davide (ti chiami davvero Davide? ci conosciamo?)... Vorrei davvero risponderti di persona.

Ma "il gioco" del blog è questo. Quindi, se il tuo commento non è solo tutto una provocazione, facciamo però un altro gioco: che ora tu ti fidi di quel che ti scriverò.

Perché io ho aperto questo blog per non manipolare e abbindolare nessuno o per fare il fico.
Il narcisismo poi fa un po' parte della giostra se uno piazza un blog sul web (se no scrive un diario segreto)... ma questa è un'altra faccenda e credo di esserne consapevole abbastanza.

Però vedi qui mi sono spesso messo in gioco anche svelando tante "debolezze" e discutibili aspetti della mia persona...

Allora...arrivo alle tue domande.

Ho scritto questo post per due motivi: 1) una situazione di relazione educativa con mio figlio... e questo è un tema che a me preme molto in questo tempo; 2) perché sono cresciuto con tanti pregiudizi e paure ingiustificate, come molti... ho scoperto negli anni che in fondo nel mio cuore i pregiudizi non fanno poi così breccia... poi, sì, restano appesi nella memoria, in vecchie paure di altri che ti porti appiccicate addosso... mi sono esposto prorpio perché so quali sono i pregiudizi, sottili o meno, in cui sono cresciuto.

Se avessi voluto fare il fico, di questi tempi, a seconda del pubblico, avrei dovuto o scrivere un post da paladino dei diritti umani, sugli/sulle omosessuali perseguitati/e oppure un post da vero macho in cui schifo e insulto gli omosessuali e ne condanno le peccaminose e contagiose gesta.

Ho scritto proprio per l'insicurezza di non aver dato una buona risposta, peraltro espressa ad alta voce sul divano... niente sussurri... l'ho preso da parte perché mio figlio ha due sorelle piccole che peraltro non mi hanno posto la domanda.

"Come e dove hai sentito questa parola?". La mia domanda nasceva dalla consapevolezza che in classe girvano canzocine a presa in giro dove il termine dispregiativo (?) era "gay"... tant'è che lui stesso mi ha detto: "I miei amici dicono che è una brutta parola". Da qui lo spunto per il post... perché le parole hanno un senso: gay non è una brutta parola, e nemmeno omossessuale... se uno la usa come un parolaccia è un cretino, senza rispetto.

Frocio - che a te piaccia sentirtelo die o no - è senz'altro invece una brutta parola.

Che non ho mai usato nemmeno nei momenti di rabbia... ai semafori mi scappa al 80% delle volte un Vaffa...

Se mio figlio un giorno mi dirà "A pà, so gay"... lo racconterò qui... non faccio fatica a confessare che è un'ipotesi che mi mette a disagio.
Ma so anche che sto parlando di mio figlio.

Anonimo ha detto...

No, non mi chiamo davvero Davide, e no, non ci conosciamo.O meglio, io te conosco via web, perché te leggo qui, te leggo su vino nuovo e su altri blog cattolici. Perchè io sono cattolico; emarginato, sottotraccia, all'indice se uscissi allo scoperto, ma cattolico. Non so fare a meno di esserlo, e non so fare a meno di essere gay.No, non mi piace essere chiamato focio, ma mi ci chiamo io, co' rabbia, ogni volta che sento questi che dicono gay ma ne la testa pensano frocione.
Io la mia picola croce me la porto dietro ogni santo giorno, e se Gesù Cristo un giorno me vorrà incontrare, gli diro': ho fatto un casino grosso de la vita mia, ma pure tu, Cristo Santo, co' me ci sei andato giu' pesante...
Te devi essere una persona buona, 'n tantinello piacione e 'n tantino rompiballe, ma pulita e buona. E allora, Simo', famme il piacere.Ogni volta che parli di noi, pensa che non siamo un fatto de costume, un pezzo de società, un problema educativo, una questione religiosa: siamo gente di carne, di sangue, di anima e de core, che soffre dall'inizio de la vita sua, perché così io ce sono nato. E che le parole che scrivi tu, gli altri, tutti , anche senza voler far male, ce sbattono nel ghetto , ancora e sempre.
Capisco il tuo disagio: lo capisco talmente che io a papà mio non l'ho mai detto, non l'ho mai detto a mamma, alle sorelle mia, agli amici pure. Tu sei la persona prima a cui ne parlo "pubblicamente", pensa 'n po' te se non sto messo male.
Mi si stringe l'anima a pensare che un giorno sarà svelato tutto, pure questo, a tutti, e quindi a loro pure, quando saremo dove sta la Verità. Ma poi me consolo pensando che lì ce starà pure Cristo a metterme na mano su la spalla,e allora nessuno, finalmente, potrà piu' dire niente.
Grazie de la chiacchierata.
"Davide"

P.s. Aho,bello: 'n outing sul blog tuo! Che , te lo aspettavi? :)

Unknown ha detto...

Caro Davide, agli scoop non ci tengo... sono un giornalista mezza tacca.

Invece tengo a custodire queste cose che tu dici di comunicare x la prima volta.

Non credo che il dialogo possa e debba continuare pubblicamente: se vuoi, nel mio profilo c'è un'email.

Se no, non importa. La tua libertà è sovrana.

Sono contento che tu sia intervenuto.

Mi dispiace se quel che scrivo è risuonato in te così.

Davvero, credimi, l'intenzione di ogni cosa che scrivo nasce proprio dalla consapevolezza di aver a che fare con persone, come me.

Io mi espongo rischiando in effetti di ferire.
Ma anche rischiando me stesso, un po' della mia intimità.

Dici indirettamente una cosa bellissima, nel tuo sfogo: Gesù va incontrato.

Non può essere solo un'idea rassicurante o non è una rassicurante ideologia da battaglia.
Essere cattolici su carta conta poco. E lo dico, perché conta ed è contato poco per me.

Ti auguro con tutto il cuore di incontrarlo (di nuovo?). Fatti trovare!

ps. è vero, sono un po' piacione (ma mi do un tono, faccio finta di non esserlo) e sono un emerito rompiballe! :D

Unknown ha detto...

notizie ai naviganti: "davide" non esiste e ci ha preso per i fondelli. E non solo me e gli altri passanti. Pare abbia calpestato l'intimità di una persona vera per fare questa "boutade".

E questa è l'unica cosa che mi dispiace davvero.

Davide si diverte così... nell'anonimato... in una vita evidentemente anonima.