31 agosto 2010

improbabile bellezza

Nascere. E morire. Improbabile bellezza.

"...nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è sapere e potere
rinunciare alla perfezione".
 
("Costruire" - Niccolò Fabi)

L'uomo ("Solo un uomo" è il titolo del primo brano del suo ultimo cd) che ha desiderato, organizzato e "costruito" quello che vedete nell'immagine ha appena perso una figlia poco prima che compisse due anni, per una meningite fulminante.
Una di quelle cose per cui anche una bestemmia non è peccato. E può diventare preghiera.

Una di quelle cose per cui è vietato affrettarsi a tentare di "dare un senso". Meglio il silenzio. Meglio un abbraccio, se si può. E quello di ieri sembrava davvero un grosso abbraccio.

Ore 16.30, arriviamo, dopo un paio di chilometri di scarrozzata dal parcheggio, un campo di grano. Io, Luisa e i tre scugnizzi: 13 anni in tutto. Resisteranno benissimo fino alle 23.45.
La cornice fa respirare occhi e polmoni. Due passeggini. Due teli. Caramelle (grande eccezione della giornata!), biscotti, tre panini e acqua... Ci sediamo ai margini. Intorno, "genti" di tutti i tipi, compresi altri bimbi e altri passeggini, altra vita adunata lì, sorpresa e sorprendente. Anzi, improbabile.

"Improbabili": sullo stesso palco Ruggeri e Silvestri, Baglioni e i Subsonica, Gianni Morandi e Manuel Agnelli, Paolo Vallesi e Simone Cristicchi...

Improbabili: incallite "cannarole", vocianti famiglie "de' coatti" o sofisticati e alternativi "radical-chic" che sfogliano soavi la rivista del Cuamm-medici per l'Africa, con tanto di fotona di papa Benedetto XVI.

Improbabili palloncini colorati che diventano messaggi per "Lulubella" e ringraziamenti e sorrisi soffiati verso il cielo. Senza che i bambini proprietari piangano (a parte, rare, comprensibili eccezioni).

Tutto lì sembrava improbabile. Come festeggiare un compleanno senza la festeggiata. Improbabile, ma evidentemente possibile.

Altrove l'Italia del probabile celebrava l'amicizia con Gheddafi.

"Chiudi gli occhi
immagina una gioia
molto probabilmente
penseresti a una partenza"


Nascere. Partire. Desiderare. Progettare. Sognare. Costruire. Poi morire, "molto probabilmente" una nuova partenza.

Dalla morte, anche la più inaccettabile, nuova vita, improbabile bellezza.
Tu ci hai creduto.
Non ti conosco ma ti ringrazio, Niccolò.

11 commenti:

DParlavecchio ha detto...

Non sapevo del concerto!!!!!!!
L'ho saputo solo lo stesso giornooo!!

Volevo esserci.

Fabi in questo periodo è quello che ascolto di più. Piace molto anche ad Irene ....

Sottoscrivo quello che hai detto

Ciao a tutti!!!!

Anonimo ha detto...

uno dei motivi per cui, a fatica, studio medicina, e imparare a vivere la morte.

quel mistero così umano che ormai è un tabù..

grazie per questa riflessione, simone.

speriamo a presto..!

un abbraccio a tutti gli scugnizzi!

Benedetta (la fiorentina!)

Unknown ha detto...

cara Benedetta, benvenuta qui.
.. grazie a te... finito gli studi aspetto la tua riflessione però... :D

Marcello ha detto...

Il marrone scuro fa male agli occhi, moralista.
Immagino che sia un omaggio al livello cui è giunto il letame nel nostro paese, ma un sito marrone è una faticaccia per la vista!

Unknown ha detto...

dichi?

Marcello ha detto...

Ce l'hai un amico grafico?

Unknown ha detto...

sì... ma sono template (modelli di impaginazione, diciamo)predefiniti... si tratta solo di perdere qualche minuto per cambiare la foto di sfondo e tutto il resto ne consegue...

Marcello ha detto...

Ieri alla commemorazione della breccia di Porta Pia l'unico a parlare è stato il card. Bertone (nessuna autorità della Repubblica italiana ha parlato; il discorso di Napolitano è stato fatto in Campidoglio) che ha letto un testo di papa Pio IX una preghiera.
Un po' come se alla commemorazione dello sbarco in Normandia parlasse solo la Merkel e citasse un testo di Adolf Hitler.

Sono cattivo?

Unknown ha detto...

come sempre, Marcello... hai visto che ho cambiato marrone? :D

imperfettaletizia ha detto...

Quest'artista ha lasciato un segno anche a me. O meglio il suo dramma ha aiutato a rivalutare il mio (tant'è che ho cambiato vita sul blog).
Come sempre certe occasioni passano sempre in secondo piano rispetto ad altre. Beati voi che c'eravate.
Alla prossima ;)

Unknown ha detto...

ma...certo... non se n'è parlato a Porta a Porta per tre sere di seguito e per fortuna non c'hanno triturato l'anima per sette giorni di fila in quelle specie di talk show pronografici del ponmeriggio... però ha lanciato un bel sasso nello stagno.