11 giugno 2008

buffoni

Come tutti sanno l'Italia ha beccato 3 pappine dall'Olanda nella prima partita degli Europei.

Come alcuni hanno notato già dai primi commenti tv (allenatori, telecronisti, ex calciatori etc) l'unico a meritarsi una scialuppa di salvataggio se non addirittura qualche voto alto in pagella (???) è stato proprio Buffon.

Ora, bisognerebbe "capire di calcio" e portieri prima di spararle gratis (o forse non sono gratis?).

Buffon è il primo responsabile del primo goal di Van Nistelrooy e ha la sua colpa anche sul tragico secondo goal di Sneijder.

Sul primo goal ha fatto due errori (il primo tecnico, il secondo ne è la conseguenza):

1) sul cross ha smanacciato verso il centro del campo un pallone che tra l'altro probabilmente non sarebbe arrivato sulla testa di Kuyt (chi ha giocato sa che è tecnicamente VIETATO respingere il pallone verso il centro dell'area). Bastava toccarlo e farlo andare in calcio d'angolo.

2) ha travolto e abbattuto Panucci che, secondo l'Uefa, ha così tenuto in gioco Van Nistelrooy.

Sul secondo goal ha commesso un errore meno grave, ma evidente. Non si esce incontro al tiratore se questi è defilato, soprattutto se c'è un compagno in recupero (il povero Di Natale che non si sa bene come mai fosse lì!). Si avanza un po' (non molto, potrebbe sempre crossare) a chiudere lo specchio della porta e si attende... (n.b. Buffon - altro quasi 2 metri - è uno dei pochi portieri di alto livello che non esce praticamente mai sui palloni alti; qui si è fatto fregare su una delle sue specialità, l'uscita bassa).

Cercasi giornalista sportivo, commentatore tecnico etc che abbia detto una cosa su questo e dato quindi un giudizio negativo a Buffon.

p.s. ... ci sono delle cose che sono sacre. Quasi come la Bibbia.
Una di queste è il "calcio giocato". Nello specifico, per me, il ruolo del portiere.
Io che calcai i polverosi campi della periferia romana, per quasi 15 anni, in cerca di autore e di piccole glorie terrene, guanti calzati e ginocchia sbucciate, io "moralista" e "già portiere di qualche speranza" esigo oggi - e solo oggi su questo blog - la parola!

20 commenti:

Alessandro Iapino ha detto...

verissimo, concordo pienamente con il moralista. Due cose sono da sempre vietate a chi gioca a calcio. E le impari fin da piccolo, dai "pulcini": non si fanno passaggi orizzontali; non si rimette la palla dentro l'area di rigore. Questo per il primo goal. Per il secondo, vale ancora quanto detto dal moralista. Da quella posizione defilata si copre la porta, non si esce (in ritardo) sull'attaccante. Se questo tira di prima, hai coperto il palo. Se stoppa la palla, a quel punto ha perso tempo e sarà il difensore a coprire il portiere.

Anonimo ha detto...

Simon sei una continua scoperta...

Ga.
ps: mi sa che pure stavolta niente calcetto!!!!

Anonimo ha detto...

Complimenti per la competenza calcistica!!! Io capisco solo quando la palla entra in rete! Però non appassionarsi al calcio ha i suoi vantaggi: mi vengono risparmiate un sacco di sofferenze!
Mirella

Unknown ha detto...

brava, mirella! Lunedì avrei voluto tanto "non capirci nulla di calcio"... ma, confesso, soffro più per la mia Roma... sarà che tira aria di localismi.

Anonimo ha detto...

Buffon è icona (pardon, idolo) juventino e perciò non può sbagliare mai.
C'è sempre chi è più uguale degli altri e anche chi è più diverso: Di Natale, che si fa cento metri in recupero e quasi quasi ferma l'olondese (un 11 in difesa, e dove sono i difensori di ruolo????????????) e viene premiato con la panchina ...
Meno male che c'è il moralista a scoprire che il re è nudo.

Unknown ha detto...

infatti, lyco, Di Natale è quello che meriterebbe un'altra chance... nè lui nè Toni hanno avutto una palla giocabile, fatti salvi i primi 20 minuti.

ps. primo post "moralista" sul calcio e boom di accessi. Ho capito come si fanno i numeri sui blog!

Anonimo ha detto...

Spiegazione tecnica sul nome: il mio vero e unico nome è Palma, ma in famiglia sono sempre stata chiamata Mirella perchè mia madre si chiama pure Palma ( come mia nonna, alias sua suocera, che le ha imposto di mettermi questo nome) e lei, per evitare confusioni, mi ha sempre chiamata Mirella.....nome che comunque mi piace molto e che uso sempre perchè lo sento mio. E poi è tanto musicale:Mi-re-la!!
( però faccio l'onomastico la domenica delle Palme e questo mi fa piacere!)
Mirella

Anonimo ha detto...

Un moralista dovrebbe essere contrarissimo al calcio, guardarlo dall'alto in basso e rifuggire dai commenti che non siano distaccati e snob... e se proprio non ce la fa, dovrebbe almeno preferire la nazionale alla "locale"... io -lo sai- quando gioca l'Italia mi maschero d'azzurro e se la Roma perde, tratto male mia moglie. Chiedo scusa ai miei tifosi.

Unknown ha detto...

... "padre" Marcello, lo so, sono caduto in tentazione...

ps. (diciamo meglio: quando gioca l'Italia, tipo Germania-Italia Mondiali 2006, tu smetti la maschera dell'intellettuale e ti presenti con canotta, bandiera dell'Italia a mo' di foulard e trombetta. E dopo la vittoria urli: "E mo' annamo a fa' er corteo!"... mannaggia, non ho le foto...)

Anonimo ha detto...

Grande moralista. Io giocavo male da terzino alla Gentile. Con il due sulle spalle. Abbiamo vinto anche il torneo interliceale. Dopo la finale avevo il braccio pieno di lividi per le gomitate del centravanti, che però non prese una palla.

Faccio notare a Lycopodium che, almeno qui a Roma, gli juventini sono criticati in continuazione. Mentre certi interpreti dell'arte pedatoria con la casacca giallorossa vengono coperti di ovazioni anche se emettono un rutto.

baci

Alessandro Iapino ha detto...

Caro Moralista, su Il Riformista di oggi c'è un'intervista a don Massimo Camisasca, "padre spirituale del Milan di Sacchi", che fa un ritratto di Donadoni mooolto moralista, a partire dal titolo: "Confessioni di Donadoni, l'uomo chiamato osso". Trascrivo qui la domanda e la risposta più moralista dell'articolo:
- Da cosa si capiva che era serio?
- Da tante cose. Ad esempio da come affrontava gli allenamenti. Di lui impressionava la tenacia: era sempre tra i primi ad arrivare sul campo e l'ultimo ad andare via

Ps. Il soprannome "osso" vale per "quello che non molla mai"

Unknown ha detto...

w Donadoni!

ps. sono certo che alessandro iapino vorrà dire qualcosa sui tornei interliceali citati da psico...

Alessandro Iapino ha detto...

in effetti il post di psico è stato per me molto evocativo. Ma non per i tornei interliceali, che - ahime - da me non si facevano (quanto mi sarebbe piaciuto atteggiarmi di fronte alle femmine con le mie giocate da ticchettòcche...). E' il riferimento al numero della maglia che è suggestivo. Il mio numero, psico, era invece il 3: "terzino sinistro". Quanto ne ero fiero. Terzino "fludificante" (che parola misteriosa e meravigliosa...) alla Cabrini, e poi Maldini e poi...Francini (vabbé, sono del napoli, che ci posso fare...).
Ero un terzino piccolo, dai piedi buoni, che amava il tunnel sull'attaccante (che libidine....), che soffriva le ali troppo veloci (che umiliazioni...)
Poi sono salito di ruolo: centrocampista sinistro, alla chicco evani (l'ala sinistra già non esisteva più, per colpa di arrigo sacchi). Numero: 11. Ma il primo numero, la prima maglia, non si scorda mai: il 3 mi è rimasto cucito addosso.

ps. Da terzino sinistro, nei giovanissimi della Junior Portuense, ero capitano della mia squadra. Una tv locale mi fece un'intervista nel dopopartita dopo un'importante vittoria. Dissi una cosa così moralista che ancora oggi le mamme dei miei compagni piangono: "Il motivo della nostra vittoria è nell'impegno che tutti mettiamo negli allenamenti. E' l'impegno la garanzia dei nostri risultati" (eravamo primi in classifica...)

Unknown ha detto...

alessandro, "Ero un terzino piccolo..."... terzino non so, ma piccolo lo sei sempre ;P

Alessandro Iapino ha detto...

immorale!

Anonimo ha detto...

Esaltante la descrizione dello Iapino. Questa mitologia dei numeri sulle spalle del calcatore mi attraeva molto in età puberale. Ti consiglio di leggerti il capitolo dedicato al calcio nel volumetto I BARBARI di Baricco. Mi pare fosse anche lui terzino sinistro, anche se era un marcatore, come me.

Io giocavo marcatore a uomo, avendo dalla mia solo un'ottima progressione, per cui anche se toppavo l'anticipo (spesso) avevo una progresione irresistibile e ripijavo sempre l'ala.

Ma il mio sogno era giocare alla Gattuso, con il quattro sulle spalle, mediano interditore. Di quelli che spaziano sulla tre quarti distruggendo il gioco altrui. Il mio idolo era il tedesco Briegel, quando giocava nel Verona di Fanna, con i calzettoni calati. Anch'io li portavo così a Villa Ada e poi sul glorioso campo del Cristo Re a via Acherusio.

Baci

Unknown ha detto...

anche io per un anno ho calcato il campo di Via Acherusio. Ho giocato (pochissimo) per un anno nella Under 21 regionale del Cor.
Il mio peggiore anno di "carriera".

Alessandro Iapino ha detto...

Briegel! Che ricordi! Ho ancore negli occhi le immagini di 90° minuto con lui che tentava di marcare el pibe de oro!

Una cosa, però, non mi figuro, caro psico. Sei grosso come Briegel o più quadrato come Ringhio?

Grazie, poi, della dritta su Baricco. Non mi immaginavo il fighetta (scherzo...) terzino sinistro marcatore :-)

Anonimo ha detto...

Bè... di Briegel avevo i quadricipiti, ma non l'altezza. Non sono quadrato come Ringhio, ma ho la pettinatura di Fanna. Presto di Cambiasso!

Alessandro Iapino ha detto...

grande psico!