01 febbraio 2016

Family day/Ddl Cirinnà: un buco nero col conflitto intorno

Questo l'avevo scritto "prima", senza pubblicarlo. Ma a rileggerlo "dopo", alla luce dei fatti, funziona anche meglio.
Ho letto tante cose, ascoltato diverse posizioni, espresso le mie convinzioni e anche le mie incertezze sui social media a proposito della questione “ddl Cirinnà” e del “Family day”. A me tutto questo can-can sembra un buco nero.
 
Un buco nero che risucchia tutto. In una spirale in cui ragione, diritti, buon senso, storie di vita, legittime aspettative e strategie politiche si avviluppano indistinte con pregiudizi, ossessioni, capricci, senza scordare meschinità e ipocrisie. Il problema dei buchi neri è che non si sa dove portino e se portino da qualche parte.

Anche io mi sento risucchiato, proprio perché famiglia e matrimonio (che per me è solo tra uomo e donna ed è prima di tutto Sacramento) mi stanno a cuore.
Ed eccomi qui, per attrazione cosmica, passione e un po’ di istinto.
Sulle forze, le questioni che hanno attivato il buco nero, rimando a un'interessante riflessione (con esercizio annesso) di Giovanni Grandi. In sintesi, Grandi ha contato che in ballo ci sono almeno 17 differenti questioni e che questo non depone, per esempio, per l’opportunità di affrontarle in piazza.
Non c’è bisogno che mi si convinca della “funzionalità” di una manifestazione popolare dentro la dialettica di una dibattito politico. Ma la nostra vocazione di cristiani laici nella società, oggi, in vista del bene comune, si riduce a prevalere (prevalere?) con metodi e strategie del mondo per stargli appresso, per non dargliela vinta? Tutto qui?

Aggiungo, quindi, la mia forte perplessità sulla retorica da piazza.
Le parole ricorrenti di alcuni promotori della manifestazione del 30 (sugli aderenti e partecipanti, inclusi amici e persone che stimo, dovrei fare un post diverso) che mi colpiscono di più sono: “popolo”, “piazza” e soprattutto l'orizzonte della “vittoria”, laddove vincere o perdere, essere milioni o mille, sembra una questione di onore, più che di normale bagarre politica. Ammesso che qui a questo mondo si sia chiamati a “vincere” e in che modo. Se guardiamo al Crocifisso, dico.
Infine, temo che questa questione del Ddl Cirinnà/Family day sia una propaggine di un conflitto assolutamente interno alla Chiesa italiana.
Il cardinal Bagnasco ha detto nella sua prolusione alla Cei che "i Vescovi sono uniti e compatti nel condividere le difficoltà e le prove della famiglia e nel riaffermarne la bellezza, la centralità e l’unicità: insinuare contrapposizioni e divisioni significa non amare né la Chiesa né la famiglia". La formula nella lettera non fa una piega. Ma, non so tra i vescovi, ma tra i laici un po' di divisione la vedo. E non tanto su chi si va poi a votare alle elezioni, che è nelle cose.
Ammantato dalla difesa di alcuni valori, si sta guerreggiando - con una gradualità di misericordia e attenzione reciproca che arriva anche a zero - su chi debba dettare l’agenda della Chiesa italiana. Personalmente mi rattrista molto la logica del “con me o contro di me” e l'abuso dell’immagine dell’unità dei cattolici, usata come richiamo-ricatto, morale e spirituale.
È una versione più hard, su un piano pubblico e laicale, delle normali diversità di vedute emerse durante il Sinodo. Un conflitto in cui si cerca la (scontata) parolina del Papa che legittimi, ma allo stesso tempo si delegittimano nei fatti alcune voci vicine al Pontefice e la proposta spirituale contenuta in Evangelii gaudium, ribadita con forza a Firenze da Francesco, nel Convegno ecclesiale, con chiari riferimenti proprio allo stile della presenza politica della Chiesa e dei cattolici.
Una volta, pochi anni fa dico, si sarebbe parlato sprezzantemente di “cattolici adulti”. Vuol dire che finalmente siamo tutti cresciuti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Piazza brutta, sporca, cattiva. Ma principio di realtà no ha nessuno altro da sua parte. No Cei, no Cee, no media, no quasi tutto. Piazza c'è, perchè no altri a difendere principio di realtà. Te ne vuoi andare anche tu?
LudoK