14 luglio 2010

ora, voglio una volata

Forse questa salita dura è finita.

Tante volte - al culmine di un tornante o su una delle tante rampe - ho pensato di mollare.
Troppe volte ho avuto paura. Quell'inutile e infernale paura, che ti paralizza.
Paura che fosse tutto sbagliato... che fossi io, tutto sbagliato. Paura, e basta.

Altre volte me la sono presa col mondo, con gli avversari e col pubblico... Non tutto il pubblico è tenero con chi è "in crisi"... a volte ti si mettono pure davanti, quando hai appena trovato un residuo di forza per puntarti sui pedali.

Ma su una salita non serve recriminare o piangere miseria. Contano solo testa, cuore, fiato e gambe. Sopratutto il secondo.

Ora vedo il piano. Forse posso rifiatare. Alimentarmi. Rientrare in gruppo. I compagni mi aiuteranno. L'hanno già fatto laggiù, sulla salita... ma ero troppo in crisi per dirgli "grazie"... Poi, chissà, magari reggo, mi trovo davanti e ... se sento la gamba, mi concedo una volata.

Poi, domani, si pensa alle salite che verranno.

-----------------------------------------------------------------------------------------
La metafora ciclistica (siamo in giorni di Tour de France) la devo a un giovane amico, Renato. Che ringrazio. Per fare un bilancio di un'esperienza che ho condiviso con lui (e del suo anno di vita), ha scelto una foto ciclistica, con un tipo pronto a scattare sui pedali, e ha detto: "quasi quasi mi concedo una volata". E l'ha spiegata così:

"E' quando senti che, sì, stai bene nel gruppo di fuga, stai correndo, hai tutto dalla gara, ma dentro ti senti le gambe pronte ad esplodere, senti che in quel momento ti stai negando un qualcosa di più che quello che hai dentro di te ti sta chiedendo. E allora a quel punto molli il gruppo, stringi i denti e fatichi nelle prime falcate per prendere la giusta spinta, soffri il giusto, senza pensare a vincere o a prendere gli applausi, lo fai perché ti senti chiamato a farlo, e correre in quel momento è una liberazione... magari poi la sensazione si spenge, ma in quel momento sei stato te stesso... ti sei concesso una volata".

Ecco, dopo la salita, aspetto anche io il momento giusto per concedermi una volata. Magari due, va'!

(foto flickr/newsbie pix)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sono sulla strada...
anonimo...
vorrei porgerti
un pò d'acqua.
Matteo

don Mario Aversano ha detto...

Mi piace molto quel "Voglio" (una volata). Mi piace che si dica che si fanno certe cose "perchè ti senti chiamato a farlo".

Sono sulla strada,
sono un amico,

il tuo sudore
è come acqua benedetta.

Benedici anche il nostro cammino.