29 novembre 2007

la famiglia non è un oggetto

Quando si parla di famiglia (spesso in maniera ideologica e militante), temo non si sappia bene di cosa si parla. O, meglio si travisano colpevolmente alcune sue importanti caratteristiche.

Mi imbatto in questo articolo , piuttosto tecnico, e mi fanno contatto due convinzioni sempre più radicate nella mia formazione personale.

1) L'indagine di cui si parla (non è la prima, ma allude ad una visione delle cose "non di moda" e quindi poco divulgata) stabilisce il valore economico (e sociale) del lavoro "fatto in casa", in specie dalle donne, in Italia. In effetti, si potrebbe estendere lo stesso ragionamento anche ad altre attività familiari, non necessariamente proprie della donna in quanto tale. E implicitamente spiega perchè non si facciano davvero politiche per la famiglia ("di fatto" o no, non cambia la quetsione di molto) in quanto tale, ma solo interventi legati ad emergenze, ad una logica di "lotta alla povertà" e/o comunque pensate guardando alla famiglia in quanto collegata al mondo del lavoro "di mercato": finchè non si certifica il valore economico-sociale del lavoro in casa, mai si tratterà la famiglia (che nella "casa" nasce, si consolida e si forma) come un soggetto economico, degno di politiche economiche e sociali specifiche e innovative. Un soggetto che produce, e non solo consuma beni e servizi o, peggio, servizi sociali di emergenza.

2) Per analogo ragionamento, passo in campo ecclesiale... la vera sfida pastorale, esauriti gli slogan e le "prove di forza" (le famiglie sono così fragili!) da Family day, è passare dalla famiglia "oggetto" (tema di catechesi o destinataria di catechesi, attenzioni etc) alla famiglia "soggetto" della pastorale, come pure soggetto della liturgia, come pure della vita ecclesiale in genere. Ripartendo pure da un ripensamento della parrocchia e della vita comunitaria.

Urgente, in questa prospettiva, scoprire il valore "missionario" del sacramento del matrimonio. Che vuol dire qualcosa in più dell'usare qualche coppia di sposi come "manovalanza a basso prezzo" finchè non si usura. Una riflessione che toglierebbe un po' di tensione sulla questione del matrimonio dei sacerdoti ordinati (che peraltro non mi appassiona)... e che chiama laicato e clero ad un vero impegno di comunione e responsabilità.

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