24 aprile 2015

Migrazioni e mediterraneo: in cima a un muro a difendere un orto

Mi hanno chiesto un commento e sono arrivato buon ultimo: sulla strage dei migranti nel Canale di Sicilia, sulle decisioni dell'Ue e su Triton e su quello che è capitato in proposito sulla pagna Facebook di Gianni Morandi. Che poi, va a capire come, da Morandi sono zompato a Ivano Fossati.


Sarò ormai in preda a suggestione musicale, ma rileggendo a freddo alcune reazioni pubbliche, oltre a quelle private, su migrazioni, Mediterraneo, Libia e Isis, tutto incluso, mi risuona un verso di una famosa canzone di Ivano Fossati: “Abbiamo nella testa un maledetto muro”. Tanti di noi sembrano sentirsi come soldati di prima linea. Di seconda o terza linea, diciamo, meglio. Fieri e armati fino ai denti, in cima a un muro alto alto, per difendere un orticello (...)

puoi leggere tutto l'articolo sul sito del Copercom

1 commento:

Lycopodium ha detto...

Distinguere nell'unità.
L'unità è la posizione spirituale che tu esprimi nell'articolo.
Ma dentro questa unità, è necessaria la distinzione dei livelli, altrimenti si fa moralismo deteriore (che non è il tuo!).
Infatti tu stesso ti rendi conto della complessità delle cose, quando scrivi "uragano di disperati cercatori di felicità, di buona come di cattiva volontà".
Ecco, ci sono tutte queste cose.
Chi (e sono molti...) ha suscitato, talvolta programmato, talvolta ancora reso a sé utile l'uragano.
Perché c'è la buona, ma anche la cattiva volontà.
Viene il momento (anzi è già venuto molte volte e non lo si è colto...) in cui la distinzione ed il realismo (la realtà) servono all'unità...
Lo slogan "non nel mio giardino" sarà egoistico quanto si vuole, ma proviene dal contatto con le cose di tutti i giorni.
Le brutture che si scrivono sul web (che per forza di cose estremizza e rende peggiori di quel che si è...), e che giustamente denunci,
ho l'impressione siano per certi versi l'altra faccia della consapevolezza generale che l'unità si faccia a spese del realismo ed della realtà...