05 aprile 2006

L'ottavo peccato (del) capitale (moralismi)

Ormai è chiaro. Pagare le tasse è certamente da "coglioni". E' l'ottavo peccato (del) capitale... Facciamo che stracciamo del tutto quella Costituzione per cui qualcuno ha dato anche la vita: aboliamo le tasse!

Speriamo, però, che nessuno di quegli altri là, i "furbi", un giorno, nonostante abbia fatto di tutto (letteralmente) per accumulare denari e raccomandazioni, Amici e schiavi, debba trovarsi - per i fatti della vita che tutti conosciamo - in difficoltà: malato, solo, senza lavoro, senza casa, e senza quei soldi che qualcuno, magari, più furbo di lui è riuscito a sottrargli con qualche abusetto, con qualche innocente evasione, con qualche illecito affaruccio... Lui oppure suo figlio, sua moglie o l'unico amico che è riuscito a conservarsi senza sfruttarlo, senza barattarlo con qualche meschinità.
Chissà se almeno quel giorno lui, il furbo, capirebbe perchè una volta qualcuno si è messo d'accordo per pagare le tasse e perchè si pensò addirittura di chiedere uno sforzo maggiore a chi ha di più. Proprio perchè ciascuno (o giù di lì) in uno Stato civile, evoluto, solidale, possa sentire che la sua vita non è importante solo per lui. Ma oggi, vaglielo a spiegare, a ricordare...

Oggi c'è almeno mezza Italia che, con l'alibi che "è tutto un magna magna", vuole un mondo senza responsabilità, senza speranza, senza futuro.

"Il fallimento di Don Coglioni" (come scrive oggi il quotidiano "comunista", The Wall Street Journal, tra l'altro anche a proposito delle tasse!) è una cosa che ci riguarda un po' tutti.
Perchè, levato il sacro pudore che ciascuno preserva come vuole, ci sarebbe un "Don Coglioni" in ciascuno di noi.

(foto di Todd Klassy)

p.s. Il Moralista è in attesa che qualcuno, invece di rifugiarsi nelle alchimie finanziarie, abbia il coraggio di spiegare alla gente a cosa servono le tasse e perchè vanno pagate. Abbia il coraggio di seminare un'idea forte, un valore condiviso, una legge almeno un po' più civile di quella della giungla.

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