06 marzo 2006

Picci(o)nerie (moralismi)

Mi sono scoperto complice del tifo di mia moglie per la canzone di Povia, "Vorrei avere il becco", che ha poi vinto il festival di Sanremo (il secondo periodo forte dell'anno tele-liturgico, dopo Natale e prima di Pasqua).

Ovviamente molta critica musicale ma soprattutto la stampa, in vena di piccinerie, ha stroncato, anzi, che è peggio, ha ridicolizzato e banalizzato la canzone "del piccione", come è stata facilmente etichettata. Certo le originali armonie di Mozart sono un'altra cosa, certo il realismo e la poesia di De Andrè sono un'altra cosa... ma il testo e l'idea di Povia sono proprio un'altra cosa... rispetto all'ormai strabordante cinismo e Cattivismo che trasuda sia dalle opinioni perbenist-destrorse che da quelle intellettualist-sinistrorse... che palle, direi!

Basta appicicarci l'etichetta televisiva di "buoni sentimenti" (perchè i "buoni sentimenti" sono nati con la Tv)... e cose come fiducia, amore, bellezza, fedeltà e responsabilità diventano parole vuote e ridicole, infantili, sostanzialmente disprezzabili... che tristezza!

... "Però vivrei con l'emozione / Di dare fiducia a chi mi tira il pane / Più o meno come fa un piccione ... Ti starei vicino nei momenti di crisi / E lontano quando me lo chiedi / Dimmi che ci credi e che ti fidi".

Non sarà Mogol (e meno male), nè tanto meno Montale. Ma io mi tengo il piccione (e un po' di speranza), voi tenetevi pure il "musone" (e la vostra arroganza).

(la foto è tratta dal sito www.musicultura.it)

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