Il Vangelo della Domenica di Ascensione 2017 (Anno A - Mt 28,16-20), una Ascensione "senza effetti speciali" tra l'altro, è per me una sorpresa. Siamo agli ultimi versi del Vangelo di Matteo, quello scritto per i "cristiani ebrei".
La conclusione è lasciata a Gesù, che promette che sarà sempre con noi, fino alla fine. Ma dopo 28 capitoli, l'incarnazione, tre anni pieni vissuti col Signore, la morte e la sua Resurrezione, dopo tutto ciò l'ultima azione dei discepoli, degli "uomini", è dubitare.
I discepoli hanno dato retta alle donne, sono andati a incontrare Gesù sul monte che gli era stato indicato, sono sicuramente contenti, ma... dubitano.
Ma come? Ma come gli è venuto in mente a quelli che hanno sigillato il canone dei Vangeli di lasciare che quello di Matteo terminasse proprio con un dubbio degli uomini? Assurdo no, per un testo di "propaganda religiosa"... Infatti, il Vangelo non è un testo di propaganda religiosa, né un bignamino di regole. Ed è per questo che ancora oggi scandalizza, soprattutto tanti "credenti".
Ribaltiamo un attimo la prospettiva. Come permetteremmo a Gesù di lasciare a Lui l'ultima parola sulla nostra vita, tra l'altro con una promessa bellissima, come permetteremmo a Dio di manifestarsi nella nostra vita - lo Spirito Santo questo sconosciuto - se fossimo pieni di certezze?
Senza il dubbio, non il sospetto cinico, algebrico, arroccato e diffidente a priori, ma il dubbio vero, onesto, di chi alza le mani (si arrende) e dice davvero: "non capisco", non c'è spazio per la fede.
La conclusione è lasciata a Gesù, che promette che sarà sempre con noi, fino alla fine. Ma dopo 28 capitoli, l'incarnazione, tre anni pieni vissuti col Signore, la morte e la sua Resurrezione, dopo tutto ciò l'ultima azione dei discepoli, degli "uomini", è dubitare.
I discepoli hanno dato retta alle donne, sono andati a incontrare Gesù sul monte che gli era stato indicato, sono sicuramente contenti, ma... dubitano.
Ribaltiamo un attimo la prospettiva. Come permetteremmo a Gesù di lasciare a Lui l'ultima parola sulla nostra vita, tra l'altro con una promessa bellissima, come permetteremmo a Dio di manifestarsi nella nostra vita - lo Spirito Santo questo sconosciuto - se fossimo pieni di certezze?
Senza il dubbio, non il sospetto cinico, algebrico, arroccato e diffidente a priori, ma il dubbio vero, onesto, di chi alza le mani (si arrende) e dice davvero: "non capisco", non c'è spazio per la fede.