Hanno tolto l'obbligo di fedeltà: apriti cielo! Quelli esultano, anche con espressioni sconcertanti, invocando il fatto come un successo "dei cattolici", perché permette di distinguere il "vero" matrimonio dalle nuove unioni; quegli altri, parlo tra questi sempre dei cattolici, sono furiosi, sdegnati, contristati perché non si vuole riconoscere la dignità di unione e di amore davvero duraturo, in particolare alle coppie omosessuali che si vogliono scegliere "per sempre".
Risonanze opposte alla notizia dello stralcio dell'obbligo di fedeltà dal discussissimo ddl sulle Unioni civili. E tutto ciò al netto dei pasticci politici e delle opinioni sulla legge.
Quando ho letto, però ho pensato subito: ma nel matrimonio cristiano non c'è nessun "obbligo" di fedeltà.
Ma che c'entra tutto questo col matrimonio cristiano, col sacramento che gli sposi celebrano?
Risonanze opposte alla notizia dello stralcio dell'obbligo di fedeltà dal discussissimo ddl sulle Unioni civili. E tutto ciò al netto dei pasticci politici e delle opinioni sulla legge.
Quando ho letto, però ho pensato subito: ma nel matrimonio cristiano non c'è nessun "obbligo" di fedeltà.
L'obbligo è una previsione giuridica che risponde a un'esigenza sociale di tutela dell'unione e per questo implica anche una possibile sanzione da parte dello Stato: la facoltà di chi è stato tradito di ottenere per questo motivo il divorzio con tutti gli addebiti conseguenti. Dal Codice civile (art. 143): "Dal matrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà".
Ma che c'entra tutto questo col matrimonio cristiano, col sacramento che gli sposi celebrano?
Spiega da subito questa distinzione tra i due matrimoni anche l'introduzione al nuovo rito del matrimonio: "Fedeltà offerta come dono del mistero celebrato e proposta anche come obbligo giuridico".
La fedeltà coniugale, per i cristiani, infatti è una promessa e non un obbligo.
E la fedeltà promessa di cui si parla è prima di tutto quella di Dio a noi e anche alla scelta reciproca dei coniugi. Sempre dal Rito del matrimonio, la troviamo espressa per esempio nel Salmo 99: "L’amore del Signore è per sempre, eterna è la sua fedeltà". A questa pre-esistente promessa di amore e fedeltà (che noi crediamo già mantenuta peraltro), gli sposi rispondono con loro promessa reciproca: "Prometto di esserti fedele sempre", una promessa fatta alla luce di tutti i nostri limiti, una promessa che è un'esigenza della relazione (cura, responsabilità e felicità dell'altro) e un cammino spirituale.
Non c'è obbligo, ma piena libertà orientata all'amore adulto. Non c'è sanzione di un'autorità esterna, superiore tutor del bene comune: ci sono le ferite che l'infedeltà procura a entrambi i coniugi. Ma come sappiamo ci sono matrimoni che sopravvivono anche a queste ferite. E per gli altri che "finiscono", crediamo siano comunque indissolubili. Nonostante l'infedeltà abbia separato i coniugi, a volte anche per il loro bene terreno, quel legame resta per sempre.
Ora i cristiani credono d'altra parte che essere fedeli nel matrimonio, in cui la differenza sessuale non è solo un accessorio moralistico ma un presupposto, racchiuda la via per la pienezza di ciascuno sposo e per la felicità coniugale; ma che anche per questo sia appunto la strada privilegiata per conoscere Dio: "Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore". E questa sposa qui, a rileggere il libro di Osea, era tutt'altro che fedele.
La sovrapposizione storica, giuridica e sociologica tra matrimonio cristiano e matrimonio civile non necessariamente ha prodotto frutti buoni. Ha anche confuso categorie, seminato parole e convinzioni che oggi spesso non dicono più nulla.
Diradare questa confusione, ridefinire i confini tra le due realtà, può aiutare a ritrovare le parole giuste per annunciare la bellezza del matrimonio cristiano (come vocazione, come promessa di bene) e provare a risignificare da cristiani la ricchezza, la dignità e la potenzialità sociale del matrimonio civile.
5 commenti:
"Che c'entra..."? eccetera eccetera.
Da che Figlio eterno si è unito l'umanità, teologicamente e metafisicamente = da sempre, non si può più dire "no c'entra". "Dio no c'entra" è LA FORMULA di ateismo, come è formula di teologia sentimentale.
Obbligo giuridico tiene traccia di DIVINA AFFIDABILITA', se creazione e redenzione no vogliono limitarsi a essere vuota parola. Neghi obbligo, no vuoi Dio in creazione, no vuoi Dio redentore.
LudoK
Caro/a LudoK, "che c'entra?" è una domanda aperta. E non mi pare di averla chiusa.
Io non so cosa sia questa "teologia sentimentale" che citi più volte, non la conosco, non sono un teologo: mi dici chi ne parla e dove? E sicuramente non ho detto che "Dio non c'entra", perché direi una castroneria: Dio c'entra con tutte le realtà umane... bisogna vedere però in che modo.
Se il Dio in cui credi tu è un Dio che ci ha creati e redenti per una qualche forma di obbligo o necessità e non per mantenere una promessa d'amore (che tutti abbiamo iscritta nel cuore), hai ragione: sono ateo.
No farmi dire cose no dette. Si tu neghi traccia o immanenza di Trascendente in Diritto, no dai diritto a Trascendente di "c'entrare" in Diritto. Piano Divino è più di diritto, vero e verissimo. Ma Piano Divino (Oiko-nomia: etimologia, dice qualcosa a Moralista???) no è mai senza Diritto. In Diritto, reciprocamente, no manca mai traccia di Piano Divino.
LudoK
Cara/o LudoK, mi pare sia tu a farmi dire cose che non ho detto.
Ho ripetuto che sarei uno scemo a dire che Dio "non c'entra"... perché Dio è presente in tutte le realtà umane; in particolare, se il diritto è produzione della persona, orientata al bene comune e dalla lettura antropologica e morale cristiana, anche il diritto è "cristiano".
Il problema è che tutto ciò che è cristiano, non è tutto Cristo: rivela solo un pezzetto della pienezza di Dio.
Io ribadisco senza alcuna preoccupazione che la questione problematica è continuare a vedere e a leggere le cose, la realtà umana, le relazioni personali e sociali solo da un punto di vista del "nomos"...
Perché poi c'è anche il "logos" e persino "agape" e addirittura "eros" (lo dice Benedetto XVI). Buona giornata.
?Moralista, sei scomparso dal blog? Intanto, te invito a leggere questo http://www.morettievitali.it/?libri=matrimonio
No sono junghiano ma idea di matrimonio como "istituzione di salvezza" non è male.
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