30 ottobre 2013

la Provvidenza ha sempre un nome

La Provvidenza quell'anno si chiamava Elena e abitava al quinto piano, uno sopra di noi.

Si presentò alla nostra porta da sconosciuta pochi giorni dopo la nascita del nostro primo figlio. Aveva in mano una copertina di lana celeste e disse a mia moglie Luisa: "L'ho cominciata a fare quando ti ho visto che avevi la pancia. Spero di non sembrare invadente". Luisa sorrise, grata.




Elena viveva da sola. Non aveva figli, ma tanti fratelli più o meno anziani di cui spesso si occupava con grande cura.

E si cominciò ad occupare anche di noi.
Dopo una prima chiamata d'emergenza, Elena qualche volta scendeva in vestaglia e pantofole a stare coi bimbi se Luisa doveva uscire di casa per situazioni impreviste altrimenti ingestibili, con me a lavoro, 2 nonni "inagibili" in Puglia e 2 in un'altra zona di Roma. In fondo, un po' soli anche noi.

Un giorno ha confidato a Luisa che quella "prima volta" ebbe tanta paura ma che fu una piccola svolta, ché in quel tempo preciso stava vivendo un momento di chiusura e di solitudine.

Ci ha detto che la nostra fiducia le ha ridato vita.
La sua disponibilità, la sua presenza inattesa, ci ha ridato il gusto della fiducia.

Elena, grazie. La Provvidenza ha avuto il tuo nome e il tuo volto per noi. Mi mancherai.

ps. ogni tanto ci tocca tornare col cuore e con la memoria all'Esquilino, dove abbiamo vissuto per sette anni e dove la nostra famiglia si è formata. Sono nati lì tutti i nostri figli. Questa volta il viaggio negli affetti è per un lutto. Che ci mette tanta tristezza ma ci ricorda come e quando Dio ha agito concretamente nella nostra vita.

1 commento:

Lycopodium ha detto...

Bene, vedo che non hai chiuso. La cosa mi fa estremo piacere!