07 marzo 2006

Codice Da Vinci
La mediocrità che diventa Cult
(e anche un film)


Pubblico una mia vecchia recensione. In questi giorni si sta svolgendo il processo per plagio aperto dai due autori della presunta fonte storica citata dall'autore di "Codice da Vinci", Dan Brown. Un romanzo che ha avuto una grandissimo successo di vendite. Comprensibile, ma inquietante.

Un romanzo mediocre, anzi, più semplicemente, "brutto": un intreccio complesso ma tutto sommato banale, scritto in maniera fin troppo elementare (ma forse è anche colpa di chi traduce). Senza contare alcuni refusi clamorosi (e segnalatori per chi legge senza bersi qualsiasi cosa) come il titolo "eminenza" usato per appellarsi ad un vescovo (il cui titolo sarebbe, volendo, "eccellenza")!

In breve la trama. Un giallo "stile" Follet che si aggira, con qualche abilità "acchiappa stressati" ma a volte in modo rugginoso, intorno alla solita storia di templari, sette segrete, sacri graal, chiese cattive e oscurantiste (Opus dei compresa) e che si regge su una tesi: Gesù e la Maddalena (icona del "femminino sacro") hanno avuto dei figli, una progenie divina che qualcuno vuole negare (ed eliminare) da secoli. Il resto è facilmente immaginabile, tanto che dopo le prime 10 pagine si riescono ad indovinare quasi tutte le evoluzioni successive (senza essere un cartomante). Tutto bene, in fondo, se l'autore non pretendesse (anche se questa nota nell'edizione italiana risulta sparita) che il romanzo si fondi su documenti di "assoluto valore storico" ... quasi tutti gli storici esperti dubitano di questo "valore". Ma tant’è: basta dire che una cosa è "scientifica" (senza sapere chi sono gli "scienziati" e come hanno elaborato - se l'hanno fatto - le loro tesi) che un foglio di carta diventa, è il caso di dirlo, Vangelo.

Ciò nonostante il mercato ci impone di inchinarci al successo travolgente del libro: mi è capitato di incontrare sul tram diverse persone, di ogni "categoria sociale", con una copia di questa nuova bibbia del complottismo... è difficile ormai vedere qualcuno che giri con un libro tra le mani ...

Insomma, "Codice da Vinci" non ci piace perché sembra la versione tipo fiction Tv, americaneggiante e anche un po' frivola, del "Pendolo di Foucalt" (altro livello, per chi ama l’autore)... E quindi, non tanto per le calunnie e soprattutto le banalizzazioni, grossolane e ingenue, del cristianesimo e della solita "Chiesa cattiva", quella del Vaticano per intenderci: problemi di Brown e di chi ci si vuole accanire...il problema è che resta un brutto semi-romanzo.

(foto di warrantedarrest)


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